“Pertanto, tu, credendo a queste cose, guàrdati dalle tentazioni (perché il diavolo cerca chi perisca con lui). Guàrdati perché quel nemico non ti seduca non solo attraverso coloro che sono fuori della Chiesa, siano pagani o Giudei o eretici, ma anche perché tu non voglia imitare coloro che, in seno alla stessa Chiesa cattolica, abbia visto vivere male o indulgere senza ritegno ai piaceri del ventre e della gola o essere impudichi o dediti alle vane ed illecite curiosità degli spettacoli o dei rimedi sacrileghi o delle diaboliche arti divinatorie o vivere nel fasto e nella vanagloria propri dell’avarizia e della superbia o avere una condotta di vita che la legge condanna e punisce.
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Non credere poi che gli uomini malvagi, sebbene entrino fra le pareti di una chiesa, possano entrare nel regno dei cieli; giacché, se non muteranno in meglio se stessi, a tempo debito saranno separati dai giusti. Imita dunque gli uomini buoni, sopporta i malvagi, ama tutti, poiché non sai che cosa sarà domani chi oggi è malvagio. E non amare la loro ingiustizia, ma amali perché apprendano la giustizia. Poiché non ci è stato solo comandato l’amore a Dio ma anche l’amore del prossimo: due comandamenti nei quali si raccoglie tutta la Legge e i profeti.
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Per parte sua il diavolo induce in tentazione non solo attraverso le passioni, ma anche attraverso le paure provocate dagli scherni, dai dolori e dalla morte stessa. Ma qualunque cosa l’uomo avrà patito per il nome di Cristo e per la speranza della vita eterna, e avrà sopportato perseverando, varrà ad accrescergli la ricompensa. Se avrà acconsentito al diavolo, con lui sarà dannato. Ma le opere di misericordia, accompagnate da una devota umiltà, ottengono dal Signore che egli non permetta che i suoi servi siano tentati più di quanto possano tollerare” (S. Agostino – Prima catechesi cristiana, § 27,55)