E’ Natale. Nasce il Pargolo la cui sostanza mi è Padre, ma che è Figlio prima di tutti i secoli.

La Tua Regalità trova custodia nella povertà di Betlemme e, al cospetto della Tua innocenza bambina, la mia anima si prostra disarmata.
Gli angeli Ti accolgono in canto, il mondo prepara il suo disprezzo.
Ti culla la Vergine, vigila il casto sposo, Ti saluta la notte stellata, Ti avvolge il freddo, Ti accoglie il fuoco, Ti annuncia il vento, Ti proteggono il bue e l’asinello, Ti adorano i pastori, Ti osannano le schiere celesti.
Principe della Pace, al cui cospetto lupo e agnello trovano concilio, già in Te drappeggia il vessillo della Redenzione e la speranza si accende in attesa della verga della Tua parola, fonte di gioia per il giusto, di pentimento per il peccatore, di morte per l’empio.
Virgulto di Iesse, Dio con noi, Eterno nostra giustizia, il deserto già prepara le Tue vie. Annunciato dai profeti, misteriosamente prefigurato dai gentili, in Te sono benedette tutte le famiglie della terra.
Sei Colui che dà riposo, Colui al cui scettro obbediranno tutti i popoli.
Dominatore dei cuori, Padrone dei giorni eterni, in Te si raddrizza nella steppa la strada che porta al Padre.
La “Piena di grazia” medita in Te il frutto del suo seno, leggendo nel Tuo sorriso la gloria dei trionfanti, nelle Tue lacrime la via che ad entrambi trafiggerà il cuore.
Nel Tuo riposo ritrova la pace dell’angelico annuncio, nel Tuo abbraccio la misericordia che si stende su coloro che temono Dio. Nella Tua neonata impotenza contempla Colui che ha rovesciato i potenti dai troni, nelle Tue pupille la compiuta promessa fatta ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
E lui, Giuseppe, l’uomo con missione di arcangelo, contempla in Te il Profeta dell’Altissimo per tutte le generazioni, sole che sorge che libererà molti dall’ombra della morte. A Te si prostra, Dio bambino, pronto a servire senza timore Colui che in Te, E’.
Anche io, seppur ottenebrato ed indegno, mi prostro e Ti saluto mio Salvatore e, ammaestrato dalla Madre Tua, magnifico il mistero dell’Unto del Signore, vero Dio e vero uomo.
Con sincerità e libertà proclamo la mia fede in Te, Cristo Signore, mio Re giusto e vittorioso, mite ed umile di cuore, pacifico condottiero dell’anima mia.
In questo Natale possa appianarsi in me la strada che a Te conduce: ogni valle sia colmata, ogni monte abbassato e possa il tuo Nome rivelarsi alla tiepidezza del mio
spirito.
Porgo l’orecchio al Tuo vagito, affinché, al suono della Tua voce, in me si rischiarino gli antichi misteri. Fissa in me la Tua verità e che la carità permanga stabile e salda come il cielo. Che la mia fede non vacilli e possa da Te apprendere il diritto come misura e la giustizia come livella.
Sulle mie tenebre possa trionfare la Tua luce, e la mia volontà possa trovare fortezza nella grazia che mi hai ottenuto a caro prezzo.
Da me non stare lontano, poiché il leone sbrana e ruggisce ed io solo in Te trovo difesa. Per Tua grazia si taciti per me il triplice canto del gallo.
Alla Tua mangiatoia depongo i miei peccati e ciò che ad essi mi lega. Dà ordine ai Tuoi angeli di custodirmi nel tragitto che a Te conduce.
Elargiscimi la dimenticanza di me e la noncuranza delle umane valutazioni; conducimi ad unire dolcezza e schiettezza, così da usare la carità senza offendere la verità; mostrami le vie dei cuori, affinché possa condurre anime alla grotta di Betlemme; concedimi soprannaturale fermezza e audacia nella tempesta; rendimi impavido contro i Tuoi detrattori e pronto nella difesa di coloro che mi hai
messo accanto.
Il Tuo nome, Gesù, sia il canto di ogni istante, fino al giorno in cui, anche per me, tutto sarà compiuto.
E’ Natale. Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Amen
Di Paolo De Bei